Pangea al Forum of Mediterranean Women Journalist
20 Novembre 2019Centri antiviolenza, ecco i risultati dell’indagine del Cnr
27 Novembre 2019(DIRE) Roma, 20 nov. – E’ ’empowerment’ la parola chiave dei progetti promossi dalla Fondazione Pangea e della rete Reama a
tutela e supporto delle donne, non solo quelle che sono vittime
di violenza fisica. A spiegarlo per DireDonne e’ Simona Lanzoni,
vicepresidente di Pangea e coordinatrice della rete di auto-mutuo
aiuto Reama, che non e’ composta solo “da centri antiviolenza e
case rifugio”.
“Abbiamo due sportelli online: uno e’ dedicato alla violenza
economica ‘Mia economia’- spiega Lanzoni- e un secondo e’ un
classico sportello antiviolenza. Noi indirizziamo alla nostra
rete in base alla storia e l’accoglienza inizia proprio dalla
relazione tra donne. Il percorso e’ assolutamente personalizzato
e l’empowerment scatta nella seconda fase, solo se la donna lo
vuole”.
Quanto al tema dei fondi per i centri antiviolenza “il
volontariato di tante operatrici- sottolinea la coordinatrice
Reama- e’ piuttosto un servizio di ‘sorellanza’ fatto dalle donne
per altre donne perche’ il problema dei finanziamenti e’ che si
perdono nella catena amministrativa della distribuzione. Dove ci
sono Regioni o Comuni in fallimento poi, i centri hanno molta
piu’ difficolta’ a ricevere il dovuto. Al tavolo tecnico di cui
facciamo parte- continua- abbiamo incontrato la ministra Elena
Bonetti che ha assicurato la distribuzione a brevissimo dei 30
milioni di euro secondo un monitoraggio delle strutture che non
sara’ solo amministrativo: e’ questo il nodo fondamentale ovvero
la specializzazione delle strutture. A breve arriveranno i
risultati in merito anche da Istat e Cnr”.
Simona Lanzoni rispetto ai grandi temi dell’agenda politica,
Codice Rosso e ddl Pillon, spiega che “il Codice rosso viene
sempre accolto positivamente a livello internazionale, ma abbiamo
rilevato che alcune parti della legge sono difficili da attuare e
va implementato. Sul ddl Pillon che non e’ l’unico, ma sono
quattro in totale- ricorda Lanzoni- che e’ ancora in commissione
giustizia, e’ un disegno di legge che non tiene assolutamente
conto del tema della violenza in famiglia, degli effetti che ha
sui minori, e parte di quel disegno- aggiunge- e’ gia’ applicato
nei tribunali”. E proprio a questo proposito Lanzoni entra nel
merito di quanto i tribunali, a partire da quello dei minori,
spesso decidono sul tema della violenza e della capacita’
genitoriale e ribadisce che “la capacita’ genitoriale di un
genitore violento e’ comunque lesa. I figli, anzi, diventano
spesso ostaggio e strumento per continuare la violenza che fa un
uomo, padre, contro la donna e invece – questo accade spesso nei
tribunali – si pensa a non riconoscere l’autorita’ genitoriale
delle madri. Quando una donna subisce violenza- spiega la
vicepresidente di Pangea- puo’ non avere tutti gli strumenti per
proteggere i propri figli, ma questo non vuol dire che non e’ una
buona madre. L’uomo abusante va allontanato invece- dice ancora
Lanzoni- e forse non bisogna aspettare i tempi del penale”.
E’ qui che entra anche il tema della Pas (alienazione
parentale) utilizzata spesso contro le donne che denunciano
uomini violenti: “una crepa dell’anima” definisce Lanzoni quello
che accade a queste madri. “La Pas non esiste- ribadisce- ma oggi
si trovano altre formule per togliere i figli alle madri: la
sindrome della tigre, madri simbiotiche ed altre. Queste
metodologie sono utilizzate sia nei contesti di violenza che in
quelle separazioni ad alta conflittualita’. Serve una formazione
adeguata ad avvocati e psicologi”.
Il 25 novembre di Pangea e Reama “sara’ fatto di tanti eventi,
teniamo molto ad un focus sulla violenza economica, spesso poco
riconosciuta, perche’ invece e’ la dipendenza economica uno dei
motivi per cui le donne non se ne vanno da casa”.