Troppo spesso figli strumento per colpire le madri
20 Novembre 2019La Violenza delle donne ai raggi X, La Repubblica
3 Dicembre 2019Eccoci stamattina alla presentazione a Roma dei primi risultati dell`indagine qualitativa sui centri antiviolenza condotta da ricercatrici e ricercatori del progetto ViVa, nato dall’accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le Pari Opportunita` e il Cnr-Irpps. Le indagini sono state effettuate insieme ad Istat.
Dall’indagine emerge che il numero di centri specializzati in Italia nel 2017 era di 366, pari a 1,3 centri antiviolenza (Cav) ogni 100mila abitanti: al Nord e al Centro 1,1 per ogni 100 Mila abitanti mentre al sud 1,8.
Su ascolto e accoglienza, orientamento e accompagnamento ad altri servizi presenti sul territorio come su consulenza psicologica, consulenza e assistenza legale, l`offerta dei 335 centri antiviolenza che hanno partecipato alle indagini è risultata “ottima”. Buona l`offerta di attivita orientate alla protezione e sicurezza delle donne che si rivolgono ai centri specializzati, considerando il numero di centri che ha “disponibilita` di alloggi sicuri come case rifugio a indirizzo segreto” (75,2%) e quello dei centri che effettuano la valutazione del rischio (78,2%). Buona l`offerta anche sulla prestazione “orientamento lavorativo” (75,5%).
Tre le aree problematiche: i centri specializzati che effettuano l`accompagnamento dell`autonomia abitativa (57,3%); l`accoglienza in emergenza, l’offerta dal 64,8% dei centri specializzati; le attivita` a sostegno di figli o figlie minorenni, offerte dal 52,5% dei centri, e di sostegno alla genitorialita`, erogato dal 65,1% dei centri. Critica anche l`area relativa alle attivita` rivolte all`utenza straniera, con meno della meta` dei centri (48,1%) che garantisce la mediazione linguistico-culturale e solo un quarto dei centri che fornisce prestazioni specifiche rivolte a donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo (25,4%).
Nel 2017 sono state 49.021 le donne che hanno contattato almeno una volta un centro antiviolenza in Italia, con un numero medio piu` elevato nelle regioni del Centro.
Il numero di donne impegnate in un percorso di uscita dalla violenza prese in carico dai centri antiviolenza e` 32.632, in media 104 per centro. Maggiore l`affluenza nei cav del Nord (143) che accolgono piu` del doppio delle donne dei centri del Sud (59). Sono 21.618 le donne che hanno iniziato per la prima volta nel 2017 il percorso di uscita dalla violenza, in media 75 a centro. Un dato piu` elevato nei centri localizzati al Nord (100), piu` basso nei cav di Sud e Isole (43).
Sono invece 8.711 le donne straniere impegnate in un percorso di uscita dalla violenza nel 2017 (30 in media nazionale per ogni centro antiviolenza), su un totale di 32.632.
Sono 280, pari all`83,6% del totale, i centri antiviolenza italiani che rimangono aperti piu` di 5 giorni a settimana. La reperibilita` telefonica e` garantita h24 da 230 centri (68,7%), concentrati soprattutto al Sud (122, pari all`85,9%), mentre al Centro e al Nord si ritrovano in misura minore.
Sono 54 i programmi di trattamento per autori di violenza al 31 dicembre 2017, distribuiti in modo eterogeneo sul territorio italiano, con una maggiore concentrazione nel Nord Italia (soprattutto in Emilia Romagna e Lombardia, rispettivamente 9 e 8 programmi), mentre in quattro regioni, tre meridionali (Basilicata, Calabria, Molise e Valle d`Aosta) non risulta attivo alcun programma.
La grande maggioranza dei centri antiviolenza italiani, pari all`89%, aderisce al numero antiviolenza nazionale 1522. Il 77,9% dei centri (261), inoltre, fa parte di una rete territoriale antiviolenza, con migliori performance al Nord (91,1%). La quasi totalita` dei centri (97,3%) hanno a disposizione almeno un locale idoneo a garantire la privacy delle donne accolte, in piu` dell`80% le operatrici condividono un codice deontologico su riservatezza, segreto professionale e anonimato.