Stop narrazione che giustifica violenza
13 Novembre 2020Repubblica, Pangea: su narrazione che giustifica gli abusi chiediamo sanzioni
16 Novembre 2020VIOLENZA DONNE. LANZONI (PANEGA): SU NARRAZIONE CHE GIUSTIFICA CHIEDIAMO SANZIONI
(DIRE) Roma, 13 nov. – “Sulla narrazione che giustifica violenza
chiediamo sanzioni pecuniarie e di destinare i proventi ai centri
antiviolenza”. Lo dichiara con forza Simona Lanzoni, vice
presidente di Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice rete Reama,
a proposito del rinomato giornale che oggi definisce Alberto
Genovese, il fondatore di Facile.it che ha drogato, torturato e
stuprato per 24 ore una ragazza: ‘Un vulcano di idee e progetti
che, per il momento, e’ stato spentoà’ per poi aggiungere:
‘Costretto a fermarsi, almeno per un po’, come se questa violenza
cosi’ brutale non fosse altro che uno spiacevole inconveniente,
un intoppo lungo la sua carriera.
“La vittima in questa narrazione- denuncia Lanzoni- non solo
scompare ma si ribalta: la parte lesa diventa il carnefice,
ostacolato nell’ascesa sociale. Di narrazioni come queste ne
abbiamo piene le tasche, perche’ producono una sub cultura che
tutto giustifica e tutto rende possibile. Lo abbiamo visto di
recente anche nel caso della nomina del presidente del Cotrab in
Basilicata, rieletto dopo la condanna in Cassazione per violenza
sessuale ai danni di una dipendente. In quell’occasione, ancora
una volta, sono state le donne a ribellarsi e ad ottenere le sue
dimissioni, possibile che nessun’altro avesse visto del marcio in
questa storia? In tante e tanti non siamo piu’ disposte ad
assistere a tutto questo ne’ ad abbassare la guardia di fronte a
una narrazione che giustifica e banalizza le azioni piu’
efferate”. E incalza: “Gli uomini violenti continuano ad andare
avanti a discapito delle donne anche in ambito lavorativo e la
violenza, soprattutto sessuale, sembra tradursi in
un’affermazione di questa onnipotenza. Al contrario, quando una
donna subisce violenza vede tutto intorno a se’ fermarsi,
soprattutto in ambito lavorativo, dove troppo spesso la denuncia
le si ritorce contro”. “Basta- continua Lanzoni- con le
giustificazioni sessiste e svilenti che negli ultimi anni abbiamo
letto di fronte a fatti orrendi commessi sulle donne: uno
stupratore e’ un uomo che commette reato, a prescindere che sia
in carriera, un imprenditore geniale, un rampollo di buona
famiglia, un bravo operaio, un disoccupato, un fannullone, un
buon padre. Un pedofilo e’ un pervertito che commette reato, non
un ‘rinomato professionista’, un maltrattante e’ un autore di
violenza che commette un crimine, non un uomo depresso e
preoccupato. Iniziamo a chiamare le cose con il loro nome e
iniziamo a pretendere piu’ rispetto per le donne che vivono la
violenza”.
E ricorda: “Esistono corsi di formazione per i giornalisti e
le giornaliste, per demistificare gli stereotipi di genere e la
violenza sulle donne ma apparentemente non sono sufficienti.
Forse e’ ora di mettere una sanzione pecuniaria alle testate
giornalistiche che continuano a pubblicare senza vergogna titoli
e articoli che negano i reati di violenza commessi dagli uomini
sulle donne? Forse delle multe farebbero riflettere e forse
queste sanzioni pecuniarie potrebbero finanziare i centri
antiviolenza?”.
Infine il suo appello: “Chiediamo al Dipartimento Pari
Opportunita’ e al Ministero dello Sviluppo Economico di agire per
arginare questo dilagare di cultura sessista contro le donne che
non permette ai nostri diritti di farsi valere e di avanzare
nelle aule di tribunale, nella vita quotidiana come nelle
informazioni che leggiamo tutti i giorni”.