NoiDonne, per editoriale di Feltri subito sanzioni
26 Novembre 2020Il Mattino di Padova, all’inizio erano solo ingiurie. Poi le botte
26 Novembre 2020Da Agenzia Dire:
‘Personalmente ho constatato che si fa fatica a sco� una che te la da’ volentieri, figuratevi una che non ci sta’ e ancora ‘entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite cosa pensava di andare a recitare il rosario? Non ha sospettato che a un certo punto avrebbe DOVUTO togliersi le mutandine senza sapere quando avrebbe potuto rimettersele?’. E poi riferito a Genovese: ‘Cio’ che fa schifo nella sua condotta e’ l’abuso micidiale di polverina bianca…
certo gli piacevano le donne e non credo faticasse a PROCURARSENE in quantita”, ‘Gli auguriamo almeno di disintossicarsi in carcere… alla sua vittima CONCEDIAMO le attenuanti generiche’.
E’ abominevole l’editoriale di Vittorio Feltri uscito oggi sulle pagine di Libero. Ne infila una dietro l’altra, ribaltando come sempre la vittima e il colpevole, ritenendo il problema maggiore la dipendenza da droghe invece che lo stupro, augurando al carnefice una pronta disintossicazione e alla vittima di svegliarsi un po’ perche’ troppo ingenua. Questa narrazione della violenza e’ completamente fuorviante e sbagliata e ne abbiamo le tasche piene di questi stereotipi e i pregiudizi che leggiamo ogni giorno”. E’ quanto si legge nella nota della Fondazione Pangea onlus. Spiega Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice della rete antiviolenza Reama, “Non ci meravigliamo piu’ di fronte alle uscite di Feltri ne’ tantomeno al modo in cui alcuni giornali affrontano il tema della violenza sulle donne ma non lo accettiamo e ci meravigliamo, invece, di come l’Ordine dei giornalisti non intervenga nella maniera piu’ risoluta possibile: con le sanzioni pecuniarie alle testate giornalistiche che continuano a pubblicare titoli e articoli che negano i reati di violenza commessi dagli uomini sulle donne.
Sanzioni i cui proventi, come abbiamo gia’ proposto il 13 novembre scorso, potrebbero essere destinati al lavoro dei centri antiviolenza”.
Questa vicenda, continua la nota, “dimostra ancora una volta che l’articolo 5 bis che dall’1 gennaio prossimo sara’ aggiunto al Testo Unico che regola la deontologia dei giornalisti sul rispetto delle differenze di genere difficilmente fara’ la differenza almeno fino a prova contraria. Pensiamo non sia sufficiente ed inoltre e’ neutro perche’ non assume ancora una volta il dato di fatto che la violenza basata sul genere colpisce in maniera sproporzionata le donne. Circa il 70-80% di chi vive violenza e’ donna, eppure nel nuovo articolo le donne non vengono mai citate. Si parla genericamente di ‘persona’ e non di chi subisce il reato ovvero la donna. Per chi non seguira’ questo nuovo articolo, che cosa succedera’? Ecco perche’ chiediamo sanzioni pecuniarie”.
Secondo Lanzoni, “dlla narrazione mediatica passa una buona parte di quei ‘processi culturali’ che dovrebbero portare a una nuova lettura del fenomeno della violenza di genere. E allora bisogna uscire da quella piazza virtuale in cui il fenomeno della violenza sulle donne si fa chiacchiera infarcita di stereotipi e i direttori dei giornali dovrebbero smetterla di inseguire i like, minimizzando la violenza, e cominciare a pensare di avere anche un ruolo educativo dell’opinione pubblica