Prospettive di genere, intercettare e prevenire la violenza
4 Marzo 2021Agenzia Dire, Pangea e Finanza Etica insieme per empowerment e autoimprenditorialità
8 Marzo 2021DONNE. PANGEA E FINANZA ETICA INSIEME PER EMPOWERMENT E AUTOIMPRENDITORIALITÀ
(DIRE) Roma, 8 mar. – Un aiuto concreto, sia sul piano del
rafforzamento interiore e dell’empowerment, sia per capire meglio
chi si e’ e quali sono i propri obiettivi e dare sostenibilita’
ai propri progetti. È la missione di ‘Giovani donne che
impresa!’, il percorso di accompagnamento, supporto, informazione
e formazione promosso da fondazione Pangea, con il supporto di
fondazione Finanza Etica, finalizzato al reinserimento nel mondo
del lavoro delle donne che stanno soffrendo in ambito lavorativo
le conseguenze di questa pandemia o la cui dipendenza economica
e’ peggiorata a causa dell’emergenza Covid.
Rivolto alle donne che hanno vissuto violenza e sono in fase
di uscita, il percorso e’ indirizzato anche a tutte coloro che
hanno perso il lavoro durante la pandemia Covid-19, che vogliono
superare una condizione di dipendenza economica e quelle
discriminazioni e quei vissuti violenti che spesso limitano
l’azione delle donne e la possibilita’ di esprimere il proprio
potenziale. L’obiettivo e’ permettere loro di riposizionarsi nel
mondo del lavoro, fornire gli strumenti concreti per la
costruzione dell’idea imprenditoriale e per la sua realizzazione,
fare un percorso di empowerment e di autostima personale che
rafforzi le motivazioni e competenze, attraverso l’avvio
all’impresa, la creazione di autoimpiego e con la possibilita’ di
accedere al microcredito.
“Troppo spesso manca un percorso di accompagnamento che
permetta alle donne di elaborare una loro idea di impresa e di
renderla duratura e sostenibile nel tempo- precisa in una nota
stampa fondazione Pangea-Rete Reama- La fase pandemica che stiamo
vivendo, il brusco calo dell’occupazione femminile fotografato di
recente anche dall’Istat e la difficolta’ ad attivare strade di
uscita da questa crisi ha importanti risvolti di genere che hanno
avuto e continueranno ad avere ricadute pesantissime sulle
donne”. Molte, infatti, “desiderano mettersi in
proprio, avviare un’attivita’ che sia tutta loro, ma spesso si
apre un’ impresa senza avere realmente contezza di tutti i passi
che servono perche’ sia duratura- sottolinea fondazione Pangea-
Tutto questo per molte donne si traduce nella ricerca difficile
di un lavoro dipendente oppure piu’ semplicemente nel ritorno
alla vita familiare senza piu’ strumenti per affrontare il
mercato del lavoro”.
È in questa cornice che nasce la proposta di Pangea “di un
percorso di 12 mesi presso il proprio Centro Donna di Roma, che
sia informativo, ma anche formativo, di accompagnamento e
supporto- continua la nota- Le donne coinvolte acquisiranno
diversi strumenti per trasformare la loro idea di impresa o
autoimpiego e trasporla nella vita reale. Insieme a loro verra’
intrapreso un percorso per definire al meglio l’idea
imprenditoriale, le loro competenze e quale forma organizzativa
si addice alla loro idea progettuale. Verra’ inoltre aperto uno
sportello presso il Centro Donna Pangea Roma: un punto di
informazione e snodo per le donne che vogliono informarsi su Roma
e nel Lazio, per conoscere e avviare un percorso di orientamento
lavorativo, di avvio d’impresa e/o accesso al microcredito
tramite il fondo di Pangea presso Banca Etica”.”Con la Pandemia Covid-19 le donne stanno pagando il conto piu’ salato della crisi che si e’ innescata
anche a livello economico- afferma Simona Lanzoni, vicepresidente
di fondazione Pangea Onlus-áLa nostra autonomia e’ frenata dal
calo del lavoro che ha colpito maggiormente proprio i settori che
ci vedono piu’ impiegate, disorientate ed esauste dall’impegno di
cura, dalla scolarizzazione intermittente dei figli, appesantite
da situazioni di smartworking fittizio, dalla perdita di lavoro o
precarizzato e dalla cassa integrazione forzata. Situazioni che
hanno indebolito la nostra capacita’ reddituale, rafforzato la
dipendenza economica o creato situazioni di puro assistenzialismo
che non vanno certo nella direzione dell’empowerment e
dell’autonomia”.
Continua Lanzoni: “Per le donne che vivono violenza le cose
non sono andate meglio: sappiamo bene come la violenza sia
aumentata durante il Covid e l’esperienza da noi maturata negli
anni – anche attraverso la nostra rete antiviolenza Reama e le
richieste di aiuto ricevute allo sportello antiviolenza- ci rende
consapevoli sempre di piu’ che ci vuole un sostegno specifico,
una risposta cucita in base allo specifico bisogno e alla
violenza vissuta, anche per costruirsi o ricostruirsi una propria
autonomia economica e finanziaria”.
Secondo la vicepresidente di fondazione Pangea, “di fronte a
questo scenario le risposte politiche specifiche per le donne, a
partire da quelle contenute nel Recovery Fund, tardano ad
arrivare: aspettiamo una valutazione dell’impatto di genere,
necessaria per non perdere il treno della ripresa- dice-
aspettiamo prospettive di crescita durature, ma soprattutto le
risorse da investire nei servizi di cura, senza i quali non
saremo mai davvero in grado di liberarci per sostenere realmente
l’occupazione e l’imprenditoria femminile. Pangea contribuisce
quindi nel suo piccolo cercando di dare risposte in termini di
azioni concrete, perche’ dopo l’emergenza nasce il bisogno”. Il progetto ‘Giovani donne che impresa!’, quindi, “va proprio in questa direzione, ed e’ rivolto a quelle donne che, malgrado questo periodo, vogliono rimettersi in gioco- conclude Lanzoni- Questo modello di accompagnamento e formazione
e’ gia’ stato sperimentato da Pangea in passato, per ben tre anni
e abbiamo visto che funziona perche’ le imprese che hanno aperto
non hanno chiuso l’anno dopo. Ha anche contribuito alla nascita
di legami duraturi tra le partecipanti, fondamentali per uscire
da momenti di impasse”.
“In tutte le classifiche sulla discriminazione di genere
l’Italia e’ sempre al di sotto della media europea in quasi tutti
i settori, in particolare per partecipazione al mercato del
lavoro, rischio poverta’ e violenza sulle donne- spiega Barbara
Setti, referente per l’Area Ricerca ed Erogazioni Liberali di
fondazione Finanza Etica- La pandemia non ha fatto altro che
allargare l’enorme problema della disparita’ di genere. Il crollo
dell’occupazione femminile durante la seconda ondata ha aumentato
la dipendenza economica delle donne e le forme di
assistenzialismo. Il carico di lavoro e cura e’ se possibile
ancora piu’ aumentato, cosi’ come, in maniera esponenziale, la
violenza domestica.áDi fronte a questi numeri- continua Setti-
Fondazione Finanza Etica ha deciso finanziare a fondo perduto,
attraverso il bandoá’Semi di futuro’, imprenditorialita’
femminile contro la violenza di genere, progetti per
l’accompagnamento all’autoimprenditorialita’ o alla creazione di
microimprese per donne inserite in percorsi di empowerment per
prevenire o uscire da situazioni di violenza. Tutto il Gruppo
Banca Etica e’ impegnato da tempo in azioni concrete di sostegno
in tal senso”. Conclude Setti: “Coná’Semi di futuro’áabbiamo finanziato due
progetti e realizzeremo, con il supporto delle competenze del
Gruppo Banca Etica e della rete Reama-Rete per l’Empowerment e
l’Auto Mutuo Aiuto di fondazione Pangea Onlus, un’attivita’ di
formazione finanziaria per le operatrici dei centri antiviolenza
in Italia”.