8 marzo, Comunicato stampa, Fondazione Pangea onlus in piazza contro ogni guerra
7 Marzo 2022Il Fatto Quotidiano, 8 marzo, le afghane in Italia: “Noi fuggite perché lottavamo per i diritti delle donne. Ora il pensiero va alle ucraine, conosciamo la loro sofferenza”
8 Marzo 2022In occasione dell’8 marzo 2022 le associazioni della RU2020 – Rete Umbra per l’Autodeterminazione – diffidano la Regione Umbria e chiedono la piena applicazione delle Linee di indirizzo sull’interruzione di gravidanza con il metodo farmacologico, emanate dal Ministero della Salute in data 12 agosto 2020, a seguito della grande manifestazione del 21 giugno 2020 a Perugia
Ben 11 Associazioni femministe, lgbtqi+ e studentesche (Udi Perugia, Terni Donne, L’Albero di Antonia, La Rete delle Donne Antiviolenza, Il Forum delle Donne di Amelia, Liberamente Donna, Donne contro la guerra, Omphalos, Udu e Rete degli Studenti medi, Civiltà Laica) chiedono alla Regione Umbria che
sia consentito a tutte le donne, dopo un’adeguata informazione, di scegliere il metodo (farmacologico o chirurgico) con il quale effettuare l’interruzione della gravidanza e il luogo ove effettuarla (ospedale o consultorio);
vengano individuati i consultori, che, in stretto collegamento con le strutture ospedaliere di riferimento, possano garantire ed eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza in forma farmacologica;
le operatrici e gli operatori dei consultori vengano adeguatamente formate/i, per poter eseguire in modo appropriato la procedura;
sia garantito il servizio di mediazione culturale per un’informazione corretta sul percorso di interruzione volontaria di gravidanza, nonché sui metodi contraccettivi, al fine di prevenire gravidanze indesiderate.
L’iniziativa della RU2020 si inserisce all’interno della mobilitazione partita dalla Rete +di 194 voci Piemonte insieme a LAIGA (Libera Associazione italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194) che già a novembre dello scorso anno ha diffidato la Regione Piemonte per la mancata applicazione della Legge 194/1978 e il mancato recepimento delle Linee di indirizzo ministeriali sull’aborto farmacologico.
Ecco allora che nella giornata simbolica dell’8 marzo, anche in Umbria – in contemporanea con le regioni Marche e Abruzzo – si chiederà alla Regione il completo recepimento delle Linee di indirizzo ministeriali, avvenuto solo in parte e solo per quello che riguarda la somministrazione negli ospedali, non nei consultori e peraltro neanche in tutti gli ospedali umbri, visto che ad esempio, proprio in quello universitario di Perugia, alle donne non è permesso scegliere tra aborto chirurgico e farmacologico.