Comunicato stampa
13 Giugno 2022Gente, Le afghane di nuovo obbligate a nascondere il proprio viso
15 Giugno 2022“L’evento con Pangea a Roma il 16-17
giugno sarà l’ultima azione del progetto WEGO ma sono lieta di
annunciare che non finirà qui. Con WEGO+ daremo seguito al nostro
lavoro sull’Ecologica politica feminista e continueremo ad
ampliare i temi come giustizia climatica, la decrescita, i beni
comuni”, afferma Wendy Harcourt, Professor of Gender, Diversity
and Sustainable Development, International Institute of Social
Studies of Erasmus University Rotterdam in The Hague e
Coordinatrice di WEGO-ITN.
“Siamo felici di contribuire a questa due giorni perché
riteniamo che le visioni ecologiste e femministe devono camminare
insieme. Per sette anni dal 2012 abbiamo promosso il premio
‘Donne Pace e Ambiente Wangari Maathai’ un riconoscimento a
numerose attiviste italiane che lottano per la difesa dei diritti
di tutte e tutti e dei territori. Da sempre crediamo che parlare
di emergenze ambientali e climatiche voglia dire parlare di
donne, le prime a subire le conseguenze dei conflitti ambientali
ma soprattutto le prime ad organizzare forme di resistenza e
mobilitazione in difesa di territori e diritti e a proporre
soluzioni e alternative concrete alle logiche predatorie e di
sfruttamento. Interrotto nel 2020 a causa dell’emergenza
pandemica, oggi con Pangea e La Rete WE-Go ITN è l’occasione per
tornare a camminare e incontrare le attiviste dei diversi
territori per capire a che punto siamo e come continuare a
lavorare assieme creando una spazio orizzontale di incontro tra
attiviste e ricercatrici, ecologiste e femministe”, Afferma Laura
Greco presidente di A Sud.
La rete è composta da
ricercatrici-studiose e attiviste che lavorano sull’ecologia
politica femminista in Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Paesi
Bassi, Regno Unito, Australia, India, Indonesia, Italia, Nuova
Zelanda, Portogallo, Uruguay e Stati Uniti. Le ricerche, che
verranno presentate durante la due giorni a Roma, si sono
concentrate sulle diverse pratiche sia locali che globali, che le
comunità hanno messo in atto per promuovere la giustizia di
genere e ambientale, la politica del corpo, la sovranità
alimentare, il benessere e il diritto alla salute e all’acqua
potabile.
“Il lavoro condotto in questi 4 anni- afferma Simona Lanzoni,
vice presidente di Fondazione Pangea Onlus- ci ha offerto
numerosi spunti di riflessione e opportunità: in primo luogo
quella di fare ricerca sui temi dell’ecofemminismo e di esplorare
una tematica di cui si parla poco ma che incide sulla nostra vita
quotidiana. Troppo spesso, per esempio, sottovalutiamo le
ricadute dell’inquinamento e del cambiamento climatico sulla
salute collettiva e in particolare su quella delle donne e non
siamo capaci di individuare le possibili soluzioni. Questo lavoro
di ricerca ci ha permesso, inoltre, di far emergere
problematiche inascoltate o pratiche poco conosciute, come quelle
portate avanti dalle donne per proteggere la terra, i loro mezzi
e pratiche di sussistenza, la salute dei loro figli e figlie e
delle loro comunità. E’ un lavoro enorme quello che i movimenti
ecofemministi riescono a portare avanti, in Italia e in altre
parti del mondo. Un lavoro che Pangea vuole promuovere con la
rete We-Go ITN e le altre realtà impegnate come ASud perché è in
queste pratiche la chiave di volta per tutelare il nostro
ambiente e la nostra salute e per ripensare a un nuovo modello
economico circolare ed ecosostenibile”