Quando si confondono vittima e carnefice. I titoli sbagliati del dramma di Lecco
10 Luglio 2020Divise scolastiche Francavilla “Così la scuola rafforza stereotipi”
17 Settembre 2020“La brutta pagina che si è consumata ieri nel consiglio comunale di Potenza, durante il quale è stata approvata una mozione di Fratelli d’Italia per “preservare i bambini lucani dalla teoria del gender”, è una delle più oscurantiste che sia mai stata scritta. E non solo per il contenuto della mozione votata da tutta la maggioranza di centro destra, finalizzata a “impegnare il Sindaco e la Giunta a manifestare presso il Parlamento la propria più ferma opposizione all’approvazione di una legge liberticida” ma anche per il livello del dibattito e i contenuti utilizzati. I consiglieri, infatti, nelle loro dichiarazioni di voto a favore della mozione, invocando il concetto di libertà (di pensiero e di opinione), hanno sostenuto la centralità della famiglia naturale, composta da uomo e donna, mamma e papà e la ferma critica all’omosessualità come modello di vita. Il tutto affermando con profonda convinzione, che “l’omosessualità è contro natura, perché contraddice la legge naturale della vita, il diritto naturale che è un diritto sacrosanto, la differenza tra i sessi e la riproduzione della specie”.
Parole indegne, soprattutto pronunciate in un contesto istituzionale, che riportano nel Medioevo e che non avremmo mai voluto ascoltare all’interno delle istituzioni.
Quello che indigna ancor di più e che nessuno, durante il dibattito, abbia sentito il bisogno di prendere le distanze, interrompere, intervenire.
Solo i consiglieri dell’opposizione si sono fatti sentire e hanno votato contro.
Tutto questo a pochi giorni dalla morte di Maria Paola, a Caivano, a pochi passi da noi.
Invocano la libertà di espressione, indifferenti alle violenze e alle vessazioni che sono costretti a subire uomini e donne gay, lesbiche, trans e queers ogni giorno. Perché evidentemente la tanto decantata libertà di pensiero ed espressione non riguarda anche la libertà ed il diritto di ogni essere umano ad essere quello che è senza che nessuno si arroghi l’arbitrio di deridere, insultare, offendere, discriminare. A questo pensiero dobbiamo e vogliamo opporci e chiediamo l’immediato ritiro della mozione”. Cristiana Coviello, avvocata del foro di Potenza del gruppo giuridico della rete Reama di